Crimi stupito davanti alle case Ater inagibili: «Una commissione d'inchiesta sui perchè in due anni non è stato fatto niente» FOTO VIDEO

TERAMO – Nessuna scusa in più, a chi ha in mano la gestione, per non far partire la ricostruzione, ma senza fare processi adesso: "Intanto facciamo tornare nelle loro abitazioni i cittadini, poi vedremo di chi sono le colpe, le responsabilità e chi non ha fatto funzionare la macchina. Sto pensando all’istituzione di una commissione d’inchiesta che faccia luce sui ritardi e sui perchè in questi due anni non si è fatto nulla, chi ha diretto gli uffici e ha fatto poco e niente". Non credeva a quello che vedeva questa mattina Vito Crimi, davanti alle recinzioni arancioni e ai cartelli di diveto, davanti alle abitazioni di via Adamoli o di via Giovanni XXIII a Colleatterrato Basso. Il Sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega alla Ricostruzione, ha voluto vedere di persona, all’indomani dell’incontro con sindaci, ordini professionali e comitati di quartiere nella sala della Provincia, quello che gli avevano raccontato i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Cristiano Rocchetti e Pina Ciammariconi. Oggi i due lo hanno accompgnato sul posto e la visita è stata proficua perchè Crimi ha visto, preso atto e incontrato anche il commissario dell’Ater, Nicola Salini, che si trovava a Colleatterrato per un sopralluogo. Ma dopo la presa visione e il ‘contatto’ con la realtà, cosa si potrà fare per questa risolvere questo dramma, a Roma? "Bisogna fare scelte coraggiose e oggi noi ci possiamo permettere di farle – ha detto Crimi -. Lo abbiamo dimostrato e le faremo: sono possibili deroghe per determinate procedure, semplificazioni, accelerazioni di passaggi, protocolli con la Finanza e le Procure. Oggi si può cominciare a farlo".
C’è una peranza per gli sfollati di questo quartiere di Colletterrato in particolare? "Credo proprio di sì. Ho incontrato il Commissario dell’Ater al quale ho dato i miei contatti diretti, se avrà bisogno di un supporto diretto glielo garantiremo. Non ci sono più scuse. Metteremo in condizione i soggetti pubblici, gli Enti attuatori, le Regioni di non poter più accampare scuse, una volta con i problemi del personale, un’altra con la burocrazia, i troppi controlli… Una volta tolti i paletti e le scuse si dovrà per forza operare".